Art and Crafts significa “Arte e mestieri” e indica il tentativo meglio riuscito del ‘800 di fondere arte e vita quotidiana. La nascita di questo movimento la si deve a William Morris, artista, designer e pioniere del socialismo.
Il sogno collettivo
Il movimento dell’Art and Crafts non è stato solo una tendenza artistica: era un progetto sociale. Un tentativo di costruire un mondo più giusto e bello per tutti.
Tutto iniziò grazie all’idealismo rivoluzionario di William Morris. Terzo di 9 fratelli, era un convinto socialista, da sempre attratto da tutto ciò che era collettivo. Forse proprio per questo, a metà dell’800, entrò a far parte della più importante confraternita di pittori inglesi dell’epoca, i Preraffaelliti. Con gli altri artisti condivise tutto: la firma sui quadri P.R.B. (sigla che sta per Pre-Raphaelite Brotherhood), l’abitazione e, suo malgrado, anche la propria moglie[1].
Dettaglio di “Lady Lilith” del preraffaellita Dante Gabriel Rossetti, amico e amante della moglie di William Morris.
Nel 1848 Karl Marx pubblica “Il Capitale”, libro che influenzerà l’artista portandolo a fondare gruppi socialisti e a stringere amicizia con Eleanor, la figlia di Karl. Ci sono però delle differenze sostanziali tra il padre del comunismo e il pensiero di Morris: se Marx vuole che il popolo si appropri della macchina da produzione, Morris ambisce invece a limitarne l’uso. Ritiene infatti che la produzione industriale dissoci l’oggetto dall’atto creativo, ripetendo un design perfetto ma senz’anima.
Nel suo pensiero la macchina poteva esistere solo come strumento asservito l’uomo e mai come qualcosa che rischiasse di assoggettarlo, causandone l’alienazione.
Per risolvere il problema produttivo, Morris trova la sua soluzione: contrappone l’artigianato all’industria, utilizzando le proprie capacità manuali come strumento di lotta sociale. Un artigiano, infatti, progetta e interviene in ogni fase del lavoro, senza delegare nulla, o quasi, alle macchine. Non è soggetto allo sfruttamento ma padrone di se stesso; un ideatore indipendente.
L’idea dell’artigianato artistico si sposava meravigliosamente con i suoi riferimenti stilistici, tutti provenienti dall’arte medioevale. Questa, infatti, era realizzata interamente a mano da amanuensi e maestri artigiani.
La bellezza in ogni dove
L’ideologia socialista guidò il progetto di William Morris definendone gli obiettivi. L’artista aveva notando quanto poveri e, spesso, palesemente brutti, fossero gli oggetti usciti dalle industrie. Il progetto artistico a cui dedicò la maggior parte della vita fu proprio quello di ridisegnare gli oggetti comuni, portando la bellezza nella quotidianità delle persone.
Con questo obiettivo, nel 1861 fonda, con gli amici Preraffaeliti, la ditta Morris&Co, luogo in cui si occupa di progettare artigianalmente qualsiasi cosa lo circondi: stoffe, mobili, vasi, utensili e tante, tantissime, carte da parati!
Insieme a Emery Walker, unisce poi la sua passione per la scrittura e quella del design fondando una casa editrice davvero originale, la Kelmscott Press. Qui, inizia a lavorare sul lettering, inserendo l’idea di decorazione raffinata nella stampa. Ogni libro veniva stampato, disegnato e decorato da Morris o da Edward Burne-Jones, cercando di replicare lo stile della stampa del XV secolo[2]. Ispirato dal Revival Gotico, William si rielabora le grazie medioevali, trasformando ogni lettera in un oggetto decorativo.
Insomma, l’arte doveva invadere tutto, ogni cosa e in ogni momento! Dalla più piccola lettera stampata, alle pareti più grandi che ci circondano.
Ovviamente, La Kelmscott si occupò di pubblicare libri socialmente impegnati, tra cui la novella News from Nowhere scritta da Morris stesso. Questo libro, insieme alla sua attività politica, lo assolse a ruolo di pioniere del socialismo inglese[3].
Lettere disegnate da William Morris per la Kelmscott press, ispirate ai manoscritti menioevali. Foto di Cheltenham Art Gallery & Museum.
Il seme dell’utopia
Insomma, la bellezza non doveva starsene rinchiusa nei quadri o nei salotti borghesi: doveva invadere la città contaminando la vita di tutti. Purtroppo però, Morris e gli altri artisti dell’Art and Craft incapparono in un problema rilevante: i costi di produzione.
L’artigianato artistico, realizzato con materiali e tinture di alta qualità, rimase più oneroso rispetto alla produzione industriale, restando fondamentalmente una produzione d’elitte.
L’utopia di Morris però non è andata perduta. Anche se non riuscì a vederlo con i propri occhi, aveva gettato un seme destinato ben presto a fiorire. Infatti, la sua idea è stata raccolta dalla successiva generazione di artisti che si sono occupati di arti applicate e architettura, che, ridimensionando i costi di produzione con diverse strategie, furono in grado di ridisegnare le città europee secondo uno stile artistico, raffinato ed elegante.
È proprio dalle idee socialiste di Morris, dalle basi teoriche che lui ha posto, che sono fiorite l’arte Liberty, l’Art Nouveau e lo Jugendstil. Queste, tra fine dell’800 e inizio del ‘900, hanno letteralmente invaso, impreziosito e ravvivato le nostre città europee, trasformandole in luoghi più belli e vivibili per tutti.
Pattern creato da William Morris per carte da pareti.
Seggiola progettata da William Morris per Morris&Co.
[1] William Morris soffrì per le numerose scappatelle della moglie, Jane Burden, modella e icona dei pittori Preraffaelliti. In particolare, si ritrovò a condividerla spesso con l’amico Dante Gabriel Rossetti.
[2] Peterson, William S., The Kelmscott Press. University of California Press, 1991.
[3] Cfr sito ufficiale dell Klemscott press: https://williammorristypographyasartandcraft.wordpress.com/2017/02/22/the-art-of-everyday-life/#more-4
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Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.