La formula della creazione è una sorta di ricetta individuata da Michelangelo Pistoletto per aiutarci a raggiungere un mondo più armonico e pacifico. Quest’autore, infatti, non è solo l’artista della celebre “Venere degli stracci” ma anche un fine pensatore socialmente impegnato.
Michelangelo Pistoletto è un artista che non parte dall’estetica ma dall’etica. È un autore che non ha mai concepito l’arte come qualcosa di fine a se stessa, ma come un’attività che ha la responsabilità di essere utile alla società.
È lui l’artista che nel 1993, in occasione della guerra preventiva nei confronti dell’Iraq, indì la “pace preventiva”, cioè un itinerario di consapevolezza per i cittadini costituito da installazioni e dalla pubblicazione di un libro. È sempre lui che a Biella ha fondato la Cittadellarte, un luogo in cui vengono formulati progetti creativi di cambiamento responsabile attraverso l’incontro di diverse individualità e discipline. È lo stesso l’artista che ha fatto sì che nascessero 250 ambasciate del Terzo Paradiso, ossia opere collettive che promuovono la pace e un cammino verso un mondo sostenibile, sparse in giro per il mondo.
Insomma, Pistoletto ha un’etica che contamina ogni suo progetto, andando ben aldilà della semplice creazione d’immagini. Questa sua capacità di scendere in profondità lo caratterizza anche da un punto di vista filosofico, rendendolo un pensatore interessante. Ormai da anni, continua a ripetere l’importanza di una certa formula della creazione, da lui chiamata anche “formula della vita”, che lui stesso ha elaborato. Vediamo di cosa si tratta e perché dovremmo tenerne conto nella nostra vita quotidiana.
Una delle installazioni di Michelangelo Pistoletto per il progetto “Pace preventiva” del 1993. Un tavolo specchiante è circondato da sedie tutte diverse, in rappresentazione del dialogo tra diversi popoli. Installazione fotografata in occasione della mostra antologica dedicata a Michelangelo Pistoletto al Castello di Rivoli, 2023.
La formula della creazione: 1+1=3
La formula di Pistoletto non rispetta le regole della matematica classica ma è piuttosto logica. Parte dal presupposto che negli elementi che compongono l’universo ci sia un’intrinseca forza creativa, per cui quando due di questi s’incontrano, possono generare qualcosa di nuovo. L’artista fa un esempio molto comprensibile: ossigeno e idrogeno incontrandosi formano l’acqua. Non avremo più quindi solo due elementi ma un terzo, nato dalla loro fusione: in questo senso il risultato di 1+1 è 3.
Durante la conferenza del 26 Marzo 2024[1], Michelangelo Pistoletto ha spiegato che la creazione è insita nell’essere umano: ciò che ci differenzia dagli animali è la capacità di dare significato a ciò che ci circonda, generando una riflessione. Quando due esseri umani s’incontrano, in facoltà della loro capacità creativa, possono generare qualcosa di nuovo, invece di rimanere indifferenti tra loro. Il nostro incontro può diventare una comunione. Secondo Pistoletto, è come se tra di noi ci fosse un vuoto da riempire: attraverso all’atto creativo possiamo generare un cambiamento, una nuova realtà.
Per comprendere al meglio questo pensiero è necessario servirsi del simbolo del Terzo Paradiso, ideato dall’artista.
Simbolo del Terzo Paradiso, disegnato con terra e sassi. Fotografia scattata alla mostra antologica dedicata a Michelangelo Pistoletto al Castello di Rivoli, 2023.
Il Terzo Paradiso
Il singolo del Terzo Paradiso si sviluppa dal simbolo matematico dell’infinito, con una differenza: al suo interno si genera un terzo cerchio. Secondo Pistoletto questo è il simbolo che mostra la struttura della creazione, una struttura che permette il verificarsi delle cose.
Come funziona? È necessario mettere nel cerchio di destra un elemento e in quello di sinistra il suo contrario (ad esempio, i concetti di natura e artificio). Proprio come il tempo continua scorrere, i due cerchi non stanno fermi e, girando, i due elementi da loro contenuti si mescolano insieme, incontrandosi nel cerchio centrale, generando qualcosa di nuovo.
L’artista si sofferma molto sull’importanza del fatto che, inizialmente il cerchio centrale debba essere vuoto, perché solo dallo spazio libero si può generare qualcosa di nuovo. D’altronde, l’artista osserva che tutto ha una durata fisica, biologica e politica, dopodiché deve morire e lasciare il vuoto, in modo che altro possa generarsi. Pistoletto stesso, nel suo ultimo libro[2] dichiara che la sua stessa eredità sarà uno spazio vuoto, un luogo da cui altro possa nascere. In questo caso fa particolare riferimento alla Cittàdellarte da lui fondata proprio in una fabbrica abbandonata, dunque da un vuoto che ha potuto essere riempito d’idee e che in futuro tornerà a svuotarsi per poi riempirsi nuovamente. La sua concezione del vuoto si avvicina molto alle filosofie orientali che lo vedono come lo spazio necessario in cui il soffio vitale possa continuare a girare (il Ki).
Presentazione del libro “La formula della creazione” di Michelangelo Pistoletto all’Accademia di Belle Arti di Bologna, 26 marzo 2024.
A cosa ci serve questa formula?
Secondo l’artista questa formula è necessaria in tempi come quelli corretti perché rischiamo di andare incontro a sistemi sociali polarizzanti. Se i cittadini e le istituzioni si sforzano invece di utilizzarla, questa garantisce un equilibrio pacifico e armonico tra due mondi, evitando lo scontro. Attenzione: non si tratta di un compromesso tra le due parti ma della creazione di un sistema nuovo.
In questo processo, Michelangelo Pistoletto affida agli artisti un compito di responsabilità: loro che sono per definizione dei creatori, devono insegnare ai cittadini la capacità di generare, creare. Secondo Pistoletto, infatti, bisogna arrivare a una democrazia attiva, che lui ha ribattezzato “Demopraxia”, dove il termine pratica (in greco praxis) sostituisce il termine cratòs, potere[3]. Con questo termine intende quindi un sistema in cui tutti i cittadini contribuiscono al cambiamento, smettendo di essere passivi consumatori ma creatori attivi di nuove realtà. Volendo usare a formula e la struttura del Terzo Paradiso, secondo Pistoletto la Demopraxia è il risultato dell’unione tra i due opposti Totalitarismo e Anarchia.
Insomma, secondo l’artista, la formula per evitare le guerre e garantire la pace c’è, speriamo che qualcuno inizi davvero a metterla in pratica!
“La Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto. Installazione fotografata in occasione della mostra antologica dedicata a Michelangelo Pistoletto al Castello di Rivoli, 2023.
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[1] Presentazione del libro “La formula della creazione” di Michelangelo Pistoletto, Accademia di Belle Arti di Bologna, 26/03/2024.
[2] L’ultimo libro di Michelangelo Pistoletto è “La formula della creazione”, ed. Cittadellarte, anno 2022.
[3] https://www.cittadellarte.it/attivita/larte-della-demopraxia
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Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.