Rusco Zine è un progetto che si occupa di Street Art a Bologna, nato all’interno della scena stessa. Attraverso diverse azioni, segue, diffonde e protegge il lavoro degli artisti urbani.
Con la collaborazione di Caterina Tomaello Salvi, artista e studiosa di arte contemporanea, e Ilaria Iannolo, fotografa (sua è l’immagine di copertina dell’articolo), siamo scesi nel cuore della città, incontrando la mente che sta dietro Rusco Zine. Grazie alle sue parole abbiamo compreso il reale senso del progetto e l’urgenza che spinge ancora gli artisti ad appropriarsi dei muri della città.
Opere paste up di James Vega e Rabbia, vicolo Luretta, Bologna.
Passeggiando tra le strade di Bologna capita spesso di vedere un adesivo con la scritta “Rusco”. Lo troviamo sui pali della luce, sulla segnaletica stradale e sui muri, circondato da tag, poster, graffiti e tutto ciò che compone il selvaggio mondo dell’arte urbana.
Rusco è un progetto nato per supportare la street art cittadina. Il suo intento è quello di valorizzare le piccole e grandi opere gratuite lasciate in strada, che sembrano abbandonate lì come sacchi di spazzatura, ma nascondono una realtà artistica preziosa. Si occupa di introdurre nuovi autori sui muri della città, di documentare le loro azioni, organizzare mostre e coordinare incursioni creative nel cuore di Bologna.
Ciò che lo contraddistingue rispetto a tutti gli altri progetti, è che nasce da una persona interna al movimento, fedele all’attitudine dell’arte urbana. Rusco, infatti, organizza eventi legali ma supporta soprattutto le azioni spontanee e improvvisate. Insomma, abbraccia e supporta anche la pratica del bombing, convinto che nell’illegalità si manifesti l’aspetto più genuino e radicale della street art.
Opera di Urnel, 2024, via Valdonica.
L’importanza di documentare
Il progetto Rusco è nato come fanzine dedicata al mondo dell’arte urbana, nel 2023. Si è poi spostato sui social, immortalando per mezzo di video e fotografie cosa succede sui muri nelle notti bolognesi.
Fin da subito si è concentrato su un problema centrale per il mondo della street art: quello della documentazione. Infatti, l’arte urbana non vive al sicuro tra le mura dei musei, ma è alla mercé di tutti, esposta al bello e al brutto tempo. Le opere possono essere cancellate, rovinate e imbrattate anche subito dopo la loro realizzazione. Hanno un tempo di vita mediamente breve, soprattutto quando si tratta di pezzi realizzati illegalmente. Per questo motivo, gli street artists hanno da sempre la necessità di documentare le loro creazioni appena terminate.
Rusco non è però un semplice fotografo a caccia di street art: lui accompagna gli artisti per le strade e gli copre le spalle. Li filma mentre compiono le azioni, stando dietro di loro, raccontando la situazione dal loro punto di vista.
I suoi filmati non hanno un’estetica patinata: non sono realizzati con cavalletti, stabilizzatori, droni o attrezzatura ingombrante. L’azione documentata è reale e ci può essere la necessità di scappare improvvisamente. Per ciò, la strumentazione è minimale e testimonia in maniera realistica gli attimi vissuti in quel momento.
Dettaglio di Via Valdonica, con opera di Rinascimento Punk, affissa durante l’evento organizzato da Rusco Zine in occasione di Art City 2024.
Organizzare e improvvisare
Le collaborazioni tra gli artisti e Rusco nascono da rapporti di amicizia. È dalla voglia di esprimersi e supportarsi a vicenda che nasce il desiderio di organizzare azioni artistiche.
Nonostante Rusco concretizzi diversi eventi ben pianificati e organizzati (ad esempio le mostre realizzate in locali e gallerie d’arte), altre azioni sono completamente improvvisate. Spesso non documenta quello che organizza, ma semplicemente quello che “succede”. Alle volte basta il messaggio di un amico per partire verso una nuova incursione in città.
Segue artisti che svolgono diversi tipi di operazioni: dal classico graffito realizzato a bomboletta, al paste up attaccato con colla e rullo, fino ad imprese più impegnative e particolari, come quelle di subvertising[1]. Incoraggia poi la nascita di opere innovative, come l’affissione di mosaici, sculture urbane, disegni con gessetti e altri materiali inconsueti.
Insomma, vale tutto basta che sia poetico, innovativo ed espressivo. Tutto ciò che può trasformare la città in una galleria a cielo aperto.
Angolo bolognese arredato con la partecipazione di Rusco Zine.
Sulle tracce di Rusco
Per capire la portata del progetto, vi consiglio di passare in via Valdonica, in pieno centro a Bologna. Lì, durante Art City 2024, Rusco ha coordinato l’azione sulle pareti del locale Camera a Sud: i muri sono stati tappezzati di moltissimi lavori, per la maggior parte paste up. Sono tanti gli artisti che hanno preso parte a quest’azione, tra i vari, Illustre Feccia, Bibbito, Sharko, Chrprn, Luvol, Rabbia, Claudiano Jpeg, Urnel, James Vega, Trallalà, Laben, Rinascimento Punk, Zoo Loco, Be Onigiri e Evyrein (quest’ultimo immediatamente censurato dalla municipalità per aver ironizzato con l’immagine del sindaco in merito all’obbligo dei 30 km/orari).
Un’operazione, quella di via Valdonica, che ha continuato ad ampliarsi nel tempo invadendo anche le pareti degli edifici limitrofi, creando un angolo d’arte davvero splendido.
Per il resto, tutto il centro città è invasa dalle operazioni di Rusco e dei suoi amici. Ovunque ci sono cantoni con poesie, disegni e collage: basta iniziare a farci caso.
Il suo progetto di città ideale continua ad avanzare, contrastando quello di una zona gentrificata e senz’anima. Bologna, oltre che “mangiatoria” per turisti e sfogo per malati di shopping compulsivo, può ancora essere un luogo di comunicazione, cultura ed umanità. I suoi muri sono tele che ci permettono di raccontarci, ascoltarci e riconoscerci. Un’altra occasione per uno slancio poetico.
Opera di Evyrain apparsa nel 2024, durante l’incursione di street art in val Valdonica coordinata da Rusco Zine. Mostra il sindaco Matteo Lepore che mette in cassaforte molti contanti grazie alle multe causate dall’obbligo dei 30 km orari.
Ti invitiamo a seguire Rusco sulle sue pagine Instagram, Treads e Facebook.
Se vuoi conoscere alcuni street artists italiani davvero interessanti vai all’intervista: “About Ponny: leggenda della stencil art ”, a “Intervista a Emeid: dall’introspezione all’opera” , a ‘Loste, la Street Art come impegno sociale’, oppure a “Intervista a Nicola Alessandrini”.
Se invece vuoi entrare nel vivo della ricerca artistica di uno dei primi street artists italiani, vai a: “I mostri di Ericailcane siamo noi”.
[1] Il subvertising consiste nel sostituire i manifesti pubblicitari esposti nelle bacheche ufficiali con altri messaggi, spesso politici o contro il consumismo.
due note sull'autore di questo articolo / intanto commenta e seguici sui social ...
Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.