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Dadaismo

Chiara Righi8 Giugno 2022

Il Dadaismo è un’avanguardia storica di inizio ‘900 che ha origine da motivazioni politiche. Si tratta di un gruppo di artisti nato nel 1916 a Zurigo, luogo in cui si erano radunati molti intellettuali neutralisti contrari alla prima guerra mondiale e antimilitaristi in fuga dal servizio militare.

Contemporaneamente si manifesta anche a New York (altra meta per chi fuggiva dal servizio militare) e successivamente si espande a Hannover, Parigi, Colonia e Berlino (città in cui si trova la frangia più politicizzata del movimento).

 

Gli artisti dadaisti sono pacifisti, libertari e anarchici, con l’eccezione di alcune individualità dichiaratamente comuniste. Il loro orrore per i disastri generati dalla guerra si tramuta in un rifiuto di tutti i valori borghesi: patriottismo, famiglia, religione, autorità e arte celebrativa.

Per sfuggire alle logiche di potere si dedicano ad attività di stampo irrazionale, contraddittorio e paradossale, che sfuggano da ogni forma di controllo. Negano qualsiasi fine specifico delle loro operazioni e riconoscono come unica guida il caso.

 

Una delle più importanti rivoluzioni dadaiste è stata quella di fondere arte e vita più di quanto qualsiasi altra avanguardia sia stata capace di fare. Le biografie degli artisti sono completamente pervase da gesti folli e assurdi svolti nella più totale quotidianità, che dissolvono il confine tra vita ordinaria e performance artistica.

Contemporaneamente, i dadaisti trovano nuove soluzioni artistiche distruggendo i limiti che separano una forma artistica dall’altra, fondendo tutte tutti i campi tra di loro: teatro, musica, poesia, pittura, scultura, cinema, fotografia, scrittura e performance. Anche la scelta di materiali rigorosamente extra-artistici spalanca le possibilità comunicative del sistema artistico, che da questo momento può servirsi di elementi casuali, rifiuti e immagini marginali.

 

Grazie al Dadaismo si è compiuta un’importante operazione di “normalizzazione” dell’arte che ha facilitato l’accesso alle attività creative a chiunque. I dadaisti infatti, in contrasto con il valore del talento, hanno utilizzato degli strumenti semplici e giocosi, come il college e il ready made, accessibili alla massa in quanto azzerano la componente virtuosistica.

Parallelamente si sono concentrano sui giochi linguistici, i doppi sensi e le immagini ambigue, ragionando maggiormente sui meccanismi concettuali e interpretativi invece che su quelli estetici. Sono stati i primi artisti ad attribuire un’importanza superiore alle loro provocazioni teoriche rispetto alle loro capacità manuali, una concezione rivoluzionaria che ha spalancato le porte a tutta l’arte concettuale odierna.

 

I protagonisti principali del Dadaismo sono: Tristan Tzara, Marcel Duchamp, Hugo Ball, Francis Picabia, George Grosz, John Heartfield, Max Ernst, Hans Arp, Kurt Schwitters, Raoul Hausmann, Man Ray e, in maniera più marginale Arthur Cravan, Marcel Janco e Emmy Ball-Hennings.


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