DECODE 

ITINERARI

ITINERARI

A LUCCA C’È UNA BIENNALE TUTTA DI CARTA!

Qui e ora, domani

Chiara Righi16 Luglio 2024

La Biennale di Cartasia intitolata “Qui e ora, domani”, ve la devo proprio consigliare. L’ho scoperta per caso durante una visita improvvisata a Lucca e ne sono rimasta incantata. Si tiene dal 29 giugno al 29 settembre a palazzo Guinigi ma, se ci andate entro fine luglio, avete anche la possibilità d’incontrare gli artisti al lavoro! 

Xirou Zhang e Boshuai Ren

Opera del duo cinese Xiruo Zhang e Boshuai Ren ispirata alla leggenda cinese del Kunpeng. Il dorso della balena simboleggia un paesaggio interiore.  

 

 

Per me Lucca è la città della delicatezza.

L’ultima volta che c’ero stata avevo trovato le strade cosparse di poesie, regalate ai passanti da autori anonimi. Questa volta invece ho trovato delle sculture di carta che ingentilivano il paesaggio. Erano posizionate in varie zone della città e invitavano chi si imbatteva di lì ad andare a vedere la Biennale di Cartasia: una mostra composta di opere diversissime tra loro, accomunate dal solo fatto di essere realizzate con la carta.

Questa Biennale è organizzata da Lubica, è visibile a Palazzo Guinigi fino al 29 settembre ed è giunta quest’anno alla sua dodicesima edizione. Prevede artisti provenienti da tutto il mondo che utilizzano la carta per realizzare opere d’arte, prodotti di design, moda e architettura.

 

Non aspettatevi dei semplici disegni: gli autori si sono sbizzarriti nel trovare modi davvero innovativi per utilizzare questo materiale. Ognuno di loro ha usato una tecnica propria per lavorare carta e cartone, cucendo, bruciando, scavando, intrecciando, bagnando e impastando.

Qin Chong

Qin Chong, “Past-future”, 2024. L’installazione di carta bruciata rievoca una miriade di candele. La cenere e la carta bruciata rappresentano il passato che continua a vivere attraverso l’olfatto nell’atmosfera della stanza; la carta bianca, ancora intonsa e da scrivere, rappresenta il futuro. Il presente è questa visione di bellezza, tra passato e futuro, da contemplare. 

 

 

La carta è un materiale fragile, riciclabile e sostenibile. Ma soprattutto, è un materiale effimero: è proprio intorno a questo concetto che si sviluppa la Biennale di Cartasia, intitolata “Qui e ora, domani”. Gli artisti riflettono su un tema importantissimo: la percezione del tempo nella contemporaneità.

Oggi tutti sembriamo vivere solo nell’istante presente, un atteggiamento dovuto a una scarsa fiducia nel domani che ci porta a percepire un eterno “No Future”. Tendiamo a non pensare alle conseguenze delle nostre azioni e fatichiamo sempre di più a progettare e immaginare un futuro migliore.

 

Questa ristrettezza di vedute la percepiamo chiaramente guardando il piano amministrativo globale: se pensiamo che la politica dovrebbe essere la disciplina che si occupa di avere delle visioni per un mondo futuro migliore, ci rendiamo conto che negli ultimi anni si sta concentrando solo nella difesa di quello che si è accumulato in precedenza, senza osare scelte coraggiose. Questa cortezza d’immaginazione è dovuta in primis a eventi sociali che hanno colpito il mondo negli ultimi anni, come il continuo prorogarsi delle crisi economiche, le guerre, i cambiamenti climatici, le pandemie e il terrorismo. Sono tutti fenomeni che hanno corroso le nostre certezze, facendoci percepire più vulnerabili.

Insomma, il futuro per l’uomo contemporaneo è come per i giovani la pensione: qualcosa d’incerto e non garantito!

 

Gabriel Cartasia

Sculture di Gabriel Giunta, che raffigurano il conflitto interiore che ci impedisce di vivere il qui ed ora ma anche di proiettarci nel futuro.

 

 

Il titolo della Biennale di Cartasia, invita gli artisti a riflettere proprio su questa vulnerabilità che ci attanaglia. Tanti di loro hanno scelto di affrontare temi sociali legati ai loro paesi di provenienza. Non mancano le problematiche più brucianti del nostro periodo storico, come l’immigrazione, la devastazione ambientale e la digitalizzazione che ci ruba il tempo di vita reale. Troviamo anche autori che si concentrano sulla ricerca dell’identità, ridefinendosi attraverso un metodo geografico o topografico, mostrando i conflitti interiori che ci paralizzano, riflettendo sui ruoli di genere e sulle relazioni interpersonali. Ci sono poi tanti artisti che si sono concentrati su tematiche più poetiche e metaforiche, ispirate a leggende popolari, alla mitologia e sulla contemplazione del momento.

 

Nel frattempo, nell’area dedicata alla moda e al design troviamo i progetti di singoli e aziende concentrati su una produzione sostenibile. La carta è fragile ma anche duttile, facilmente trasformabile e riciclabile. Gli autori si differenziano per un gran varietà di proposte di lavorazione di questo materiale, riuscendo a renderlo resistente, elegante ed evocativo. Troviamo vestiti che sembrano usciti da Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, parrucche ispirate a un settecento fantasy, giocattoli di cartone, lampade, borsette e tanti oggetti d’arredamento.

In mezzo a tutto ciò, sorprende anche trovare una struttura architettonica di cartone. Questa esplora le prestazioni di resistenza meccanica, lavorabilità e leggerezza del materiale, suggerendo un potenziale innovativo ancora inesplorato, al fine di realizzare costruzioni a basso impatto ambientale.

Vestiti di James Dimech

Vestiti di James Dimech, modelli audaci realizzati con carta regalo, kraft-tex e carta da sughero. 

 

La mostra offre ancora alcune particolarità davvero simpatiche. Ad esempio, troverete una “Paper Oasi” dedicata alla meditazione e allo yoga di cui si può approfittare liberamente per rigenerarsi tra colori e suoni, oppure partecipando a eventi organizzati dal Paper Creative Hub.

È disponibile anche una Sala Creativa in cui tutti possono cimentarsi con la creazione di prodotti in carta. Inoltre, fino al 30 luglio, potete trovare degli artisti al lavoro, quindi avere la possibilità di chiedere approfondimenti sulle opere esposte.

 

E Non è finita qua! Perché la Biennale di Cartasia si è diffusa per la città. Ci sono cinque grandi sculture di carta nascoste per le vie del centro di Lucca, che i visitatori sono invitati a cercare come una caccia al tesoro. L’invito è quello di fotografarsi accanto alle opere e condividere le foto sui social di Lubica, dimostrando di essere riusciti a trovarle tutte.

Personalmente non sono riuscita a individuarne una, forse tornerò per avere una seconda possibilità. Lo sto prendendo in considerazione soprattutto perché fino a fine settembre Lubica organizza alla Biennale un’infinità di eventi interessantissimi, come workshop, presentazioni, conferenze e visite guidate, accompagnati da brunch e aperitivi. Tra esperimenti, discussioni sul tempo, creazioni di libri e gioielli di carta, musica dal vivo e notti al museo, una cosa è certa: se abitassi a Lucca sarei sempre lì!

 

 

 

Per conoscere tutti gli eventi: https://www.luccabiennalecartasia.com/

 

 

Sylvaine Martel

Installazione con sculture di cartapesta di Sylvaine Martel. L’artista evoca la nostalgia di un’infanzia spontanea e reale, in contrasto con il mondo digitalizzato odierno.  

Vittoria Rutigliano

Vittoria Rutigliano, “DejaVi”, 2024. Le opere, che indagano sul culto dei morti, diventano tridimensionali se fruite tramite gli occhiali da vista 3D presenti in mostra. 

Kajetan Karkucinski

Dettaglio della grande scultura di Kajetan Karkucinski, ispirata alla mitologia e alla “Zattera della Medusa” di Géricault. 

 

 


due note sull'autore di questo articolo / intanto commenta e seguici sui social ...

Chiara
Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.
  • OSSERVATORIO DECODE

    Recenti

    Carlo Carrà

    Collettivo Wu Ming

    Anno di pubblicazione / 1920

    Autore /

    Archiviato in (subcat)