Mutonia rischia di scomparire. Nonostante sia riconosciuta dai Beni Culturali come un luogo artistico da tutelare, oggi questa comunità artistica si trova sotto sfratto e corre il pericolo concreto di sparire per sempre.
Per difenderla ti chiediamo un gesto semplice: firma anche tu la petizione. Possiamo dimostrare che siamo in tanti a credere nel valore di questo progetto unico di arte, convivenza e sostenibilità.
Se non conosci ancora la storia dei Mutoid e di Mutonia, leggi l’articolo: alla fine troverai il link per sostenere la loro battaglia.
Dettaglio di una scultura meccanica presente a Mutonia. Foto di Fran Rooso.
Da dove arrivano i Mutoid
Le vie del punk sono infinite, la storia dei Mutoid ne è la prova.
Tutto inizia a Londra, nel 1986, da un gruppo di ragazzini con la cresta colorata e un’idea chiara: voler vivere fuori dagli schemi convenzionali. Anticapitalisti, ambientalisti, pacifisti, non accettavano di ridurre la propria esistenza al servizio di un sistema che chiedeva solo di produrre, consumare e ricoprire il pianeta di rifiuti.
L’idea di creare un gruppo artistico basato sull’arte del riciclo partì da due punk londinesi amanti del D.I.Y., Joe Rush e Robin Cooke. Era il 1986, un periodo segnato dalle politiche repressive del governo Thatcher che attaccavano le libertà individuali e delle comunità autogestite, promuovendo la privatizzazione di tutto ciò che era pubblico. Era il momento giusto per mostrare al mondo la vera faccia dell’apocalisse.
Mutonia, Santarcangelo di Romagna. Foto di Revol Web.
La nascita della Mutoid Waste Company
Joe Rush e Robin Cooke si incontravano in Freston Road, quartiere occupato ribattezzato “Repubblica di Frestonia”, dove coinvolsero altri giovani punk. Lì iniziarono ad assemblare oggetti industriali e meccanici, a commettere atti di pura follia.
Sempre armati di maschere antigas e capelli sparati in aria, iniziarono a invadere Londra con inquietanti installazioni illegali e spettacoli di teatro di strada dal gusto alieno e minaccioso. Nel giro di poco tempo, le loro creature si fecero sempre più imponenti e acquisirono skill speciali, come quella di muoversi e sparare fuoco.
Il gruppo artistico decise di chiamarsi “Mutoid Waste Company“, nome ispirato alla serie TV britannica Blake’s 7, dove i “Mutoids” erano esseri umani riprogrammati e privati di personalità. Un nome che riflette esattamente la loro missione: riesumare i rifiuti della società, trasformando la spazzatura in qualcosa di culturalmente utile. La loro operazione è dichiaratamente ambientalista e in netta opposizione all’iperconsumismo.
La rivoluzione però non si fa mai a metà. Per la Mutoid Waste Company l’arte non è concepita come un lavoro, ma uno stile di vita. Per qualche anno, il gruppo ha abbracciato il nomadismo, vivendo fuori da ogni schema e portando spettacoli di città in città.
Inizia un lungo tour europeo come compagnia teatrale che, quasi per una svista, non finisce più. La carovana dei Mutoid si sposta partecipando ai festival delle arti di strada, conquistando il pubblico con mostri steampunk e spettacoli con il fuoco.
Spesso soggiorna vicino alle discariche o a qualunque luogo in cui si potesse reperire materiale di scarto da riutilizzare. Ogni tanto occupa edifici vuoti, che utilizza per degli show e per viverci. Poi riparte.
Mutoid Waste Company, 2011, Glastonbury. Foto di Andy Wright.
La Nascita di Mutonia
Nel 1990 i Mutoid furono invitati al Santarcangelo Festival, uno dei più importanti eventi di teatro contemporaneo in Italia. Approdano così a Santarcangelo di Romagna. Scoprirono fin da subito l’accoglienza della cittadina romagnola e decisero di fermarsi più a lungo. Si insediano in una ex cava di ghiaia del fiume Marecchia, un’area demaniale (cioè una zona considerata patrimonio pubblico, quindi non privatizzabile).
La popolazione fu incuriosita da questi stranieri gentili che li invitavano ai loro spettacoli e iniziò a fraternizzarci. All’apparenza sembravano punk abbestia, vagabondi, ma nella pratica non si fermavano un attimo di lavorare, smontare, incollare, colorare. Giorno e notte erano sempre affaccendati con flessibili, martelli, saldatrici, punzoni, trapani, chiavi e aerografi.
Questa originale laboriosità incanta i romagnoli, che poco alla volta iniziano a preferirli alla discarica: portano i loro rifiuti metallici e plastici ai Mutoid. L’idea che i vecchi rottami possano contribuire alla realizzazione di un’opera d’arte è più invitante che pensarli polverizzati da un inceneritore, trasformati in polveri sottili inquinanti. Quella dei Mutoid sembra una soluzione più giusta e sostenibile.
L’interazione tra cittadini e i travellers s’infittisce di giorno in giorno. I Mutoid scoprono di avere un feeling eccezionale con gli abitanti di quel piccolo paese e decidono di fermarsi più a lungo del previsto. Costruiscono le loro case dentro autobus e camion dismessi, oppure strutturando edifici con solo materiale di riciclo, creando strutture simili alle loro opere d’arte.
Tanta è la complicità che trovano a Santarcangelo di Romagna, che dopo 35 anni sono ancora lì, a dare vita a un luogo che rispecchia i loro ideali di pacifismo, ambientalismo e anticonsumismo. Il campo in cui si sono installati oggi è un parco a cielo aperto e si chiama Mutonia.
Porta d’ingresso di Mutonia, Santarcangelo di Romagna. Foto di Revol Web.
Negli anni, quella ex cava di ghiaia si è riempita di opere d’arte, aree gioco per bambini, eventi, spettacoli e natura, di cui tutti possono fruire liberamente. È un parco artistico gratuito, in cui gli artisti vivono riciclando, piantando alberi ed esibendosi. Oggi a Mutonia vivono tre generazioni di Mutoid, che fanno parte della cittadinanza di Santarcangelo e partecipano alla vita di paese.
Lì, oltre alla robot art, è possibile osservare dei murales di diversi street artists che negli anni hanno omaggiato questo luogo, come Ericailcane, Dem, Basik, Andreco, Gio Pistone, Moneyless, Gola e altri.
Mutonia rischia di scomparire
Se vuoi scoprire un altro gruppo artistico che si occupa di Robot Art, nato ancora prima dei Mutoid, vai a Survival Research Laboratories.
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Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.