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EMERGERE DAL BUIO: I DISEGNI DI BASTARDILLA

Fuoco e carta nera

Chiara Righi21 Giugno 2025

Bastardilla, nota street artist colombiana, presenta per la prima volta in Italia una mostra personale dedicata al disegno. È affascinante vederla misurarsi con carta e matita, creando visioni ancora più complesse e stratificate rispetto ai suoi celebri murales.
Uscita dalla mostra “Terato Faber”, ho sentito il bisogno di annotare qualche riflessione per mantenere vivo il ricordo dell’esperienza vissuta.

La mostra, a cura della Galleria D406, è visitabile alla Sala del Leccio fino al 22 giugno, e successivamente allo Studio Rolando Paolo Guerzoni fino al 6 luglio 2025, a Modena.

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Mostra “Terato Faber”, Bastardilla, Sala del Leccio, Modena, giugno 2025. 

 

 

Possiamo ritrovarci, sui muri e sulla carta.
Bastardilla è un’artista colombiana che amo incrociare sui muri della città. Come molti appassionati di arte urbana, ho imparato a riconoscere i suoi grandi murales politici e simbolici, contraddistinti da un tratto febbrile e intenso.

Proprio per l’affetto che nutro verso le sue immagini, ero davvero curiosa di vedere la sua prima mostra personale dedicata ai disegni su carta. Un’esposizione che ha riservato piacevoli sorprese.

Non si tratta di una semplice trasposizione in piccolo dei suoi murales, ma di una ricerca autonoma che dialoga profondamente con il medium della carta.

 

Ci si ritrova immersi tra grandi fogli neri, da cui affiorano figure iridescenti che sembrano brillare. Le immagini emergono dall’oscurità, contrastandola con tonalità vivaci. Grazie al fortissimo senso del colore di Bastardilla, le figure prendono vita: il fuoco brucia, i corpi si aprono, si amano e si feriscono.
Le sue tonalità sono così accese che contrastare l’oscurità diventa un tema portante. Infatti, nonostante in ogni immagine le fonti di luce siano chiaramente definite, le figure non appaiono semplicemente illuminate: sembrano irradiare luce dal loro interno.

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Bastardilla, “Barricata”, 2025. 

 

I soggetti che emergono dal buio sono surreali metafore della realtà sociale. Bastardilla è un’artista politicizzata, che da sempre prende posizione e si schiera dalla parte delle minoranze oppresse. Nei suoi disegni troviamo i diritti violati dei lavoratori, l’ambientalismo e l’impatto dell’uomo sul mondo circostante, ma anche riflessioni sul tempo, l’amore e la morte.
I personaggi sono quasi sempre degli ibridi, esseri umani che si sono fusi con ciò che li circonda. Talvolta si fondono con elementi naturali, altre con oggetti di uso quotidiano. Molti di loro diventano “uomini attrezzo”, macchinari o strumenti di lavoro. Ci troviamo, ad esempio, davanti a inquietanti uomini-forbice, che interagiscono con l’ambiente tagliando. Sembrano esseri che, per loro natura, non possono fare altro che ferire.

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Bastardilla, “Senza titolo”, 2024. 

 

Altri personaggi si fondono con oggetti che indicano il tempo, come clessidre, pendoli e orologi. Intorno a loro si avvinghiano simbologie mortuarie: teschi, incendi, insetti. Sembrano moderne Vanitas, in cui Bastardilla ci ricorda che il nostro tempo sta scorrendo velocemente. Riesce a comunicare un reale senso di urgenza e minaccia, tanto che i tentativi di ribellarsi al proprio destino sembrano ingenui e vani.
In questo universo visionario, c’è però qualcosa che riesce a fermare il tempo: l’amore. Due uomini-clessidra si sdraiano insieme e la posizione orizzontale mette fine allo scorrere della sabbia. Intorno agli amanti tutto brucia e si distrugge, ma loro sono salvi, perché il loro tempo si è bloccato, sospeso nel loro abbraccio.

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Bastardilla, “Senza Titolo”, 2025. 

 

L’amore è un tema che traspare anche nei gesti di Bastardilla. Per qualche motivo si percepisce che a quelle figure ha voluto davvero bene. Nonostante i disegni a matita siano dettagliatissimi e realizzati con un tratto estremamente meticoloso, non si avverte fatica.
Spesso mi capita di osservare disegni in cui si percepisce la noia dell’autore, la stanchezza nel ripetere lo stesso gesto, l’oppressione della mole di lavoro. In quelli di Bastardilla, invece, si avverte solo la cura.

Forse è proprio questa dedizione che rende impossibile non solidarizzare con il corpo di un migrante sfruttato, ricoperto da casse di pomodori — evidente denuncia del caporalato — o con una donna di terra che si scortica per donare parti di sé agli esseri umani.

 

È in questa passione che ritroviamo la stessa Bastardilla che abbiamo conosciuto sui muri: viva, ardente, politica. Sulla carta la sua voce è più intima ma altrettanto urgente.

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Bastardilla, “Senza Titolo”, 2025. 

Bastardilla - Mostra alla galleria D406

Bastardilla, “Senza Titolo”, 2025. 

 

 


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Chiara
Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.
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