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Contemporanea

Susanna Luppi7 Agosto 2018

I termini “Arte contemporanea” e “Periodo contemporaneo” indicano la fase artistica odierna. Intendiamo quindi il periodo storico che succede l’epoca moderna e coincide con il nostro tempo.

 

A livello storico la questione è meno banale di quello che potrebbe sembrare. Sembra impossibile trovare una data condivisa da tutti gli studiosi nella quale situare l’inizio del periodo contemporaneo. Alcuni hanno scelto l’epoca della Rivoluzione francese cominciando a parlare di contemporaneo già con il Romanticismo, altri ne individuano la nascita con il movimento Impressionista, c’è chi la riconosce nelle sperimentazioni Post-impressioniste, chi con le Avanguardie di inizio ‘900. Non mancano storici e critici d’arte che escludono dal periodo contemporaneo addirittura le avanguardie storiche per considerare solo l’arte successiva alla seconda guerra mondiale.

 

Dato che ognuno pare sposare la teoria che preferisce, noi prendiamo per buoni i riferimenti posti da Renato Barilli (noto critico d’arte italiano) che considera l’Impressionismo come ultima manifestazione di epoca moderna e il Simbolismo come il primo movimento contemporaneo.

Barilli ha più volte criticato il termine stesso “arte contemporanea”, poiché poco indicato alla  determinazione di un periodo storico definito, che prima o poi dovrà concludersi. Ritiene infatti che le parole “moderno” e “contemporaneo” siano sinonimi, motivo per cui si crea spesso confusione tra le due epoche storiche. Ha più volte suggerito di modificare il nome di “contemporaneo” in “postmoderno”, vocabolo che contiene in sé un segno di successione evidente rispetto a “moderno”.


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