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DECODIFICATI

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NEL TERZO OCCHIO DI BIBBITO

I cartoons che invadono la città

Chiara Righi12 Dicembre 2024

Bibbito è uno street artist emiliano che da anni invade le strade con personaggi colorati, dotati di tre occhi.

In compagnia di Catalina T. Salvi e Ilaria Iannolo sono andata a trovarlo nel suo studio per conoscerlo e ascoltare la sua storia.

Bibbito

Opera di Bibbitto a Calerno (Reggio Emilia), 2024.Courtesy l’artista.

 

 

Un mondo a cartoon, carico di colore, energia e positività. È l’universo di Bibbito, lo street artist reggiano che trasforma i muri in uno spettacolo onirico e festoso. La sua arte è un luogo dove non esistono drammaticità e violenza, ma è colmo di simboli di pace, amore e unione.

Se vi state chiedendo come mai i suoi personaggi siano così spensierati, la risposta è semplice: sono tutti dotati di un terzo occhio che gli permette di guardare oltre alle apparenze. La capacità di percepire ciò che si cela in profondità, permette loro di vivere in armonia.

 

Entrare nel laboratorio di Bibbito significa essere sommersi da colori sgargianti e da numerosi progetti: ovunque caschi l’occhio si trovano quadri, magliette serigrafate, cataloghi, grafiche e disegni. In quest’ambiente pieno di creatività, si percepisce la vicinanza di una comunità di artisti e amici con cui condivide la passione per l’arte urbana, ma lui ci racconta che non è sempre stato così.

Ha iniziato a fare Street Art autonomamente, quando era ancora un ragazzino di provincia. Ha portato in giro il suo personaggio per anni in solitudine, illegalmente, nei sottopassaggi, sui muri e lungo il tratto d’autostrada che attraversa la provincia reggiana. C’è voluto parecchio tempo prima che riuscisse a intercettare un’altra persona con la sua stessa passione per l’arte urbana. Questa si presentò come Simone del collettivo FX: fu insieme a lui che scavalcò per la prima volta il cancello delle Ex Officine Reggiane, la fabbrica abbandonata più amata dagli street artists emiliani.

 

All’interno delle Ex Officine Reggiane, Bibbito entrò in contatto con tantissimi artisti e iniziò a confrontarsi con una grande comunità creativa underground. Il suo puppets con tre occhi, nato con una bibita in mano, iniziò a intraprendere diverse avventure e a evolversi in personaggi di ogni tipo: volpi, lupi, cartoni animati, astronauti e alieni colonizzatori, tutti scrupolosamente dotati del terzo occhio.

Alle Ex Officine Reggiane diventarono iconici sono i suoi Sette Nani che, invece di scavare in miniera, sono intenti a imbrattare le pareti con rulli di vernice!

 

Bibbito

Obelix intento a fare graffiti, realizzato da Bibbito alle Ex Officine Reggiane. Foto di 

 

 

Parlando con Bibbito, è chiaro che per lui la Street Art significhi tante cose: libertà d’espressione, sfogo, ma anche aggregazione. Infatti, si occupa spesso di organizzare jam, radunando intorno a sé moltissimi artisti. È stato lui a portare a Reggio Emilia autori del calibro della 1Up Crew di Berlino, oltre a tanti dei migliori street artists italiani.

 

Tra le varie iniziative in cui ha preso una parte attiva nell’organizzazione, ce n’è una particolarmente importante. Si tratta della mostra R.U.S.CO (Recupero Urbano Strade Comuni[1]), realizzata in una fabbrica abbandonata di Bologna, nel 2016. Un evento rilevante perché si è configurato come contro-mostra rispetto a quella contemporaneamente in corso a Palazzo Pepoli, “Street Art. Banksy & Co. – L’arte allo stato urbano”, organizzata da Genus Bononiae. Quest’ultima fu quella che portò Blu a cancellare tutti i suoi lavori dalle pareti di Bologna, nonché un evento destinato a suscitare un mare di polemiche. Infatti, i pezzi di Street Art esposti erano stati strappati dalle strade, non sempre con il consenso degli autori, trasformando ciò che era sempre stato gratuito, a pagamento. Con la scusa di proteggere graffiti e murales, questi erano stati tolti alla collettività e privatizzati, oltre che sottratti al contesto per cui erano stati ideati.

Al contrario, la mostra R.U.S.CO si configurava come una proposta parallela, dimostrando come va pensata un’esposizione che rispetti l’etica dell’arte urbana. Si è concretizzata come una grande jam in una fabbrica abbandonata, in cui gli spettatori potevano gratuitamente osservare e parlare direttamente con gli artisti al lavoro. Gli autori sono stati invitati a esprimersi liberamente sulle pareti senza il vincolo di nessun tema, ognuno con la propria modalità di relazione con lo spazio.

Le opere sono tutt’oggi visibili a qualunque avventore volesse intrufolarsi all’interno della fabbrica.

Bibbito a Parma

Bibbito a Parma, 2024. Disegno realizzato sull’azienda Agugiaro e Figna, per un evento organizzato da Mc Luc Culture. 

 

 

Bibbito, oltre ad essere artista e organizzatore, è anche un grande viaggiatore. Infatti, le sue opere si possono osservare in tantissimi luoghi d’Italia e in molte città europee. Ovunque va, lascia il segno del suo passaggio.

Il vizio del bombing illegale l’ha sottoposto a ogni genere di rischio e disavventura, nulla che però sia mai riuscito a demoralizzarlo. Sentendo ciò che ha vissuto, ci rendiamo conto della coerenza e dell’ostinazione di quest’artista. Si è trovato un cutter puntato alla gola, l’hanno multato, ha avuto problemi con la polizia italiana e austriaca, è stato bersagliato da oggetti lanciati dalle finestre e obbligato ai servizi socialmente utili.

Ci racconta tutte queste cose come se fossero eventi comuni, nulla di speciale, mentre se ne sta rilassato sul divanetto del suo laboratorio. Conclude il discorso dichiarando: “Ma io non ho mai smesso di fare quello che faccio, come i partigiani.”

Perché secondo Bibbito, nelle cose bisogna crederci fino in fondo, fino alla morte. Se dipingere e comunicare con chi incrocia le tue stesse strade ti fa stare bene, è quello che devi fare. I disegni infondo non fanno male a nessuno, anzi, fanno stare meglio chi li realizza e spronano altra gente a iniziare a esprimersi attraverso l’arte. Bibbito sa che disegnare è un linguaggio terapeutico, che permette di fare introspezione e di elaborare emozioni complesse. E in un mondo in cui tutti condividono ma nessuno comunica veramente, riattivare la creatività delle persone è l’unica cosa sensata che resta da fare.

Bibbito & Bué the Warrior / Werregarenstraatje - 14 okt 2018

Bibbito & Bué the Warrior, vicolo Werregarenstraat a Gent (Belgio). Foto di .

 

Bibbito a Bologna

Paste up di Bibbito del 2024, via Valdonica, Bologna. 

Bibbito.rue Dénoyez, 22

Opera di Bibbito realizzata in Rue Dénoyez a Parigi (Francia). Foto di .

 

 

Ti invitiamo a seguire Bibbito suoi social: Instagram e Facebook.

e sul suo sito: Bibbito.bigcartel.com

 

 

 

 

 

Bibbito collabora spesso con Rusco Zine, vai all’articolo per scoprire di cosa si tratta: Rusco Zine: dalla parte degli street artists.

Se invece vuoi conoscere un altro artista legato alla pratica del bombing, vai all’articolo About Ponny, leggenda della stencil art.

 

 

 

[1] La mostra R.U.S.CO è stata organizzata da Bibbito in collaborazione con Etta Polico, James Vega ed Exit Enter, all’ex zincaturificio di vicolo Facchini.


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Chiara
Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.
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