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I 40 GATTI DI AI WEIWEI

La lotta per i diritti animali

Chiara Righi16 Novembre 2024

I gatti di Ai Weiwei sono tanti e hanno una storia da raccontare. L’artista li ha salvati da situazioni di maltrattamento terribili, donandogli una vita d’affetto e rispetto.

Non tutti sanno che, tra le tante battaglie combattute da Ai Weiwei, c’è anche quella per i diritti degli animali.

Gatto di Ai Weiwei

Uno dei gatti di Ai Weiwei, immagine proiettata alla mostra “Who am I?”, a Palazzo Fava di Bologna, 2024. 

 

 

Ai Weiwei ha 40 gatti. Hai capito bene: non 2, non 3… ma 40! La cosa che gli fa più onore è che quasi tutti loro sono stati salvati da situazioni di maltrattamento, che purtroppo in Cina sono ancora piuttosto ricorrenti.

 

Al microfono Alice Newell-Hanson, l’artista spiega che quando era a piccolo, negli anni 60, viveva a Shihezi e nessuno aveva un gatto o un cane da compagnia. Infatti, dopo la rivoluzione maoista, in Cina non era possibile avere animali domestici, perché il regime era contrario a qualunque tipo di proprietà privata. Gli animali erano considerati solo strumenti produttivi (come gli asini e i cavalli), oppure utilizzati per la loro carne. In quegli anni è stata addirittura disincentivata la compassione verso di loro, ritenendola un sentimento discutibile[1].

Questo ha portato alla proliferazione di numerose situazioni di maltrattamento, come quelle di allevamenti assolutamente disumani. Le foto di denuncia scattate da Ai Weiwei in questi luoghi dell’orrore appaiono spesso nelle sue mostre e testimoniano le condizioni di vita dei suoi gatti prima e dopo essere stati salvati.

"cats are very special." ai weiwei

Foto scattata alla mostra di Ai Weiwei alla National Gallery of Victoria (Australia) nel 2016, di  Idontkaren.

 

Ha adottato il suo primo micio nel 2000, quando ha aperto il suo primo studio a Pechino, coronando il suo sogno. Come ogni gattaro sa, un gatto tira l’altro, soprattutto se ne scopri qualcuno che avrebbe proprio bisogno di te!

Infatti, Ai Weiwei ha trovato il suo primo gatto un animale così intelligente e affascinante che non gli era concepibile come, in alcune zone della Cina, potessero mangiarlo. Per questo nel 2009 ha fatto parte dell’associazione China Small Animal Protection con cui ha fatto azioni di recupero dei piccoli animali. Tra le varie, ha partecipato al sequestro di un camion che aveva a bordo 400 gatti stipati in piccole gabbie e ne ha adottati 40 di loro.

 

Ai Weiwei ha un adorazione per i gatti. Li trova saggi e crede che osservando il loro comportamento si possa trovare la chiave per la felicità terrena. I gatti non hanno bisogno di molto per essere sereni, sanno prendersi cura di loro stessi e godere delle piccole cose. Per questo l’artista pensa che siano stati proprio loro a insegnargli le qualità migliori per vivere una bella vita.

 

Ai Weiwei and cat

Uno dei gatti di Ai Weiwei, foto esposta alla mostra dedicata all’artista alla National Gallery of Victoria (NGV) nel 2016. 

 

Nel documentario di Alison Klayman Ai Weiwei: Never Sorry (2012), l’artista mostra l’ottimo stato in cui vivono ora i suoi mici, che hanno preso il completo possesso di letto e tavoli. Inoltre, spiega che su  40 di loro, solo uno sa come aprire le porte e se non avesse incontrato questo gatto, non avrebbe mai pensato che potessero farlo. Infatti, precisa anche che non si avranno mai troppi gatti perché ognuno di loro ha la sua personalità.

 

Ai Weiwei ha usato l’esempio del suo gatto per parlarci della saggezza di questi felini, affermando: <Ecco la differenza principale tra i gatti e gli esseri umani: un gatto capace di aprire una porta non la chiuderà mai dietro di sé>.

Tutto ciò mi ha fatto sentire molto fortunata, perché anche a me è capitato un gatto che sa aprire le porte. Vivendo fianco a fianco a questo raro esemplare felino, posso effettivamente confermare le parole di Ai Weiwei: non è mai capitato che ne abbia chiusa una.

 

 

 

 

 

Se vuoi sapere di più sulle lotte per i diritti combattute da Ai Weiwei e sulla sua incredibile vita, vai all’articolo: “Ai Weiwei, artista antiautoritario“.

 

 

 

 

[1] https://www.kodami.it/ai-weiwei-il-lato-felino-dellartista-cinese-i-gatti-mi-hanno-insegnato-le-cose-belle-della-vita/

https://www.kodami.it/


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Chiara
Punk di formazione, da sempre si occupa di arte contemporanea e controculture.
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